Le varietà diamesiche
⇨ La lingua scritta

testo - pag.1

 

(...) La Giulia dunque era disposta per me a qualche servigio e tuttavia, quando le chiedevo di posare, che le avrei fatto il ritratto, si infuriava come di cosa impossibile. Capii allora che la sua ripugnanza aveva una ragione magica, ed essa me lo confermò. Un ritratto sottrae alla persona ritratta un'immagine: e per questa sottrazione, il pittore acquista un valore assoluto su chi ha posato per lui. É questa la ragione inconsapevole per cui molta gente ripugna anche dal farsi fotografare.

(..) Così potei dipingerla, col suo scialle nero che le incorniciava l'antico viso giallo di serpente. La dipinsi anche, in un grande quadro, sdraiata, con il suo bambino in braccio; se c'è un modo di essere materno, dove non traspare nessun sentimentalismo, questo era il suo: un attaccamento fisico e terrestre, una compassione amara e rassegnata; era come una montagna battuta dal vento e solcata dalle acque, da cui sorgesse una collinetta più verde e gentile (...)

 

.
Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi Tascabili, 1990, pp.136-137.

(prof. Pisani)


lessico - pag.1

servigio:  servizio, favore, atto generoso e disinteressato 
infuriarsi: arrabbiarsi, adirarsi
ripugnanza: disgusto, ribrezzo, forte avversione per qualcuno o qualcosa
sentimentalismo: tendenza eccessiva ad abbandonarsi ai sentimenti

(prof. Pisani)


guida - pag.1

Si riportano brani tratti dal romanzo Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi, scrittore pittore e medico torinese, confinato ad Aliano, piccolo paese della Basilicata, a causa della sua attività antifascista.

Lo stile che prevale è quello descrittivo. Lo scrittore, infatti, grazie anche alle sue conoscenza pittoriche, riesce a descrivere in modo dettagliato e preciso i paesaggi e le persone con cui viene a contatto di volta in volta.
Sapevi che il titolo del libro contiene una metafora?
Lascia intendere che a Eboli, città della campagna in provincia di Salerno, si ferma la "vita umana" la civiltà, la storia, il progresso e la libertà chiamate dall'autore in modo metaforico "Gesù"; quindi questa frase "Cristo si è fermato a Eboli" sta a significare che Cristo oltre quei luoghi (cioè al sud) non è arrivato.

(prof. Pisani)


teoria - pag.1

LA LINGUA SCRITTA

 SCOPO
 SITUAZIONE COMUNICATIVA
 REGISTRI LINGUISTICI
  • viene usata per messaggi, informazioni che devono durare nel tempo o che devono diventare oggetto di studio e riflessione
  •  l'emittente e il destinatario possono essere anche molto lontani nello spazio e nel tempo
  • l'emittente non può valutare le reazioni del destinatario a seguito del suo messaggio, pertanto non può migliorarlo
  • il destinatario può solo limitarsi ad analizzare e interpretare il messaggio
  •  usa un registro formale cioè impiega una lingua ricercata e sorvegliata
  • impiega termini espliciti
  • usa un lessico ricco e vario
  • organizza l'esposizione in modo rigoroso con il giusto impiego di connettivi

(prof. Pisani)


esercizi - pag.1

Esercizio n. 1 (Riscrittura)

Riscrivi in italiano standard il seguente tema elaborato da uno studente delle elementari della periferia napoletana. Rifletti sulle parole dialettali, sui regionalismi e sugli errori di scrittura.

Io speriamo che me la cavo.
Sessanta temi di bambini napoletani

 

La mia casa è tutta sgarrupata¹, i soffitti sono sgarrupati, i mobili sgarrupati, le sedie sgarrupate, il pavimento sgarrupato, i muri sgarrupati, il bagnio sgarrupato. Però ci viviamo lo stesso, perché è casa mia, e soldi non cene stanno. Mia madre dice che il Terzo Mondo non tiene neanche la casa sgarrupata, e perciò non ci dobbiamo lagniare: il Terzo Mondo è molto più terzo di noi!

Ora che ci penso, a casa mia non c'è male come viviamo a casa mia! In un letto dorme tutta la famiglia, e ci diamo i cavici² sotto le lenzuola del letto, e così ridiamo. Se viene un ospite e vuole dormire pure lui, noi lo cacciamo di casa, perché posto non cene stà più nel letto: è tutto esaurito!
Noi mangiamo una schifezza, ci sputiamo in faccia l'uno con l'altro a chi deve mangiare, e vestiamo con le pezze dietro.

Io sono il più pulito di tutti, perché riesco a entrare nella bagnarola.
Ieri habbiamo messo il campanello nuovo.
Quando i miei amici mi vengono a trovare, ridono sempre della casa mia tutta scassata, però poi alla fine ci giocano sempre con le mie galline!
Io voglio bene alla mia casa sgarrupata, mi ti ci sono affezzionato, mi sento sgarrupato anch'io!
Se però vincerò la schedina dei miliardi, mi comprerò una casa tutta nuova, e quella sgarrupata la regalerò a Pasquale.

¹cadente
²calci

 Marcello D'Orta, Io speriamo che me la cavo, Milano, Mondadori Editore, 1990, pp. 43-44.

 

dal film Io speriamo che me la cavo di Lina  Wertmuller, 1992.

(prof. Pisani)

indice del sito