Introduzione
⇨ Gli elementi della comunicazione

testo - pag.1

Carta, calamaio e penna! 

Trascrizione di una parte della lettera tratta dal film "Totò Peppino e... la malafemmina"(1956) così come sarebbe apparsa alla destinataria "malafemmina".

Signorina
veniamo noi con questa mia addirvi
una parola che scusate se
sono poche ma settecento mila lire;
noi ci fanno specie che questanno
c'è stato una grande morìa delle vacche come voi ben sapete.:
questa moneta servono a che voi vi
consolate dai dispiacere
che avreta perché dovete lasciare nostro
nipote che gli zii che siamo noi medesimo
di persona vi mandano questo
[la scatola con i soldi, ndr]
perché il giovanotto è studente
che studia che si deve
prendere una laura che deve
tenere la testa al solito posto cioè sul collo.;.;
Salutandovi indistintamente


i fratelli Caponi (che siamo noi i Fratelli Caponi)

 

F. Rossi, La lingua in gioco, Roma, Bulzoni, 2002, pag. 82

totò peppino e la malafemmina

(prof. Pisani)


lessico - pag.1

I MALAPROPISMI

Termine derivante dal francese (mal à propos= mal a proposito= sproposito) e dall'inglese malapropism (= buffo scambio di parole); risale, a sua volta, al nome di Mrs Malaprop, personaggio della commedia inglese The Rivals (I Rivali, 1775), le cui battute sono caratterizzate da sgrammaticature, storpiature e scambi di parole (Treccani). Mrs Malaprop diceva allegoria al posto di alligatore, epitaffio al posto di epiteto.

I malapropismi sono:

  •  paranomasie involontarie
  •  parole riprodotte da un parlante incolto, assimilate a qualcosa che risulta più familiare e noto (Berruto, 1993)
  •  parole dimenticate dal parlante italiano e pertanto sostituite da espressioni simili

Es.: gradi centimetri per centigradi, raggi ultraviolenti per ultravioletti, calamaro per calamaio, posta proletaria per prioritaria, celebre per celibe, frustati per frustrati, pietre militari per miliare, ecc...

I malapropismi ricorrono nelle parodie dell'italiano popolare, nei testi comici e satirici.

Nel film diretto da Camillo Mastrocinque nel 1956 "Totò, Peppino e ... la malafemmina", la prorompente vis comica della lettera deriva dall'accumulo di tratti semicolti, tra cui spiccano i fraintendimenti lessicali laura per laurea e parente per parentesi.

E ancora di Totò sono ai postumi l'ardua sentenza, impiegati sparastatali, malcostume mezzo gaudio, lettera omonima ecc...

laurea: può essere o ad honorem o honoris causa, ma non può essere una laura.

Non fate come ...
Elena Guarnieri, TG5, 30 gennaio 2012 "Celebrazione in onore del presidente della Repubblica Napolitano a cui è stata conferita una laura ad honorem"

Ma soprattutto, non fate come ...
Mariella Venditti, TG3, 30 gennaio 2012 "Nell'aula ovattata dell'Università per la laura ad honoris conferita al capo dello Stato".

Infatti la laurea (non laura!) può essere ad honorem oppure honoris causa, due espressioni latine che hanno sostanzialmente lo stesso significato e che si potrebbero tradurre in italiano con per meriti speciali.

V. della Valle e G. Patota, Piuttosto che. Le cose da non dire, gli errori da non fare, Sperling & Kupfer Editori, 2013, pg 73. 

(prof. Pisani)


guida - pag.1

Si propone la lettura della lettera di Totò tanto per identificare gli elementi della comunicazione quanto per analizzare nello specifico il codice lingua, dimostrando come questo influenzi la comunicazione.

  1. Si inizia l'attività con la visione del video estrapolato dal film "Totò Peppino e... la Malafemmina" e si legge la trascrizione della lettera.
    Si chiedono agli studenti informazioni sul contesto e il contenuto del messaggio con domande del tipo: - Siete in grado di identificare il contesto?- Qual è il messaggio che si ricava? É chiaramente esplicitato secondo voi o è deducibile grazie al contesto? Quali sono gli elementi extralinguistici che più colpiscono la vostra attenzione?
  2. Si procede con la richiesta di informazioni riguardanti l'emittente e il destinatario con domande del tipo: - Individuate emettente e destinatario: secondo voi i personaggi che rivestono questi due ruoli descriverebbero il contesto allo stesso modo? Si esprimerebbero cioè in modo diverso per trasferire il messaggio? Riuscite a cogliere il registro linguistico con cui si esprimono? A quale varietà appartiene secondo voi?
  3. Si continua con l'analisi del canale comunicativo: - Identificate il canale che si sta impiegando per trasferire il messaggio. Quali altri canali conoscete? Considerate due canali molto diversi e confrontate i codici comunemente usati. Secondo voi, l'emittente imipiegando il codice che ha scelto è riuscito nel suo intento comunicativo?. La scelta del canale e del codice influenza la comunicazione?
  4. Si conclude l'attività con l'aggiunta delle espansioni, ovvero ulteriori spunti di lavoro da proporre in classe:
  • Destinatario:- Il destinatario può essere un singolo individuo, come nella lettera, o un insieme di persone (pensiamo alle circolari) o addirittura possiamo essere "tutti" (pensiamo alle leggi). Proponete altri esempi da condividere in classe e discutetene: - Come cambia la comunicazione? (Ad esempio alcuni canali potrebbero essere più appropriati di altri perchè non tutti i destinatari potrebbero essere a conoscenza del contesto).
    Il pubblico che vede il film può essere considerato un destinatario della comunicazione?
    Il pubblico ride: riderà anche il destinatario della lettera?
  • Emittente: in quale posizione si pone l'emittente nei confronti del destinatario? Immaginate come il destinatario veda l'emittente prima di ricevere la lettera e come lo vedrà dopo averla letta. Si propone la riflessione su come la comunicazione modifichi le relazioni tra le persone e come le relazioni tra le persone modifichino la comunicazione.
  • Canale: - Come cambiano i canali nel tempo? Canali che una volta erano comuni ora sono rari, sostituiti da altri. Riflettete sulle conseguenze in termini di rapporti tra le persone e di cambiamenti della società. (Pensiamo alla professione del postino e alla relazione con le persone che aveva in passato rispetto ad oggi). Considerate un canale comunemente usato oggi (la mail, il cellulare) e riflettete sul codice che impiegate: usate codici diversi in relazione al destinatario a cui vi rivolgete? Se sì, spiegatene il motivo.
  • Codice:- Secondo voi, l'impiego di uno stesso codice suscita le stesse sensazioni nei diversi destinatari a cui esso è rivolto? Immaginate l'effetto che il codice usato avrebbe avuto su diversi destinatari. (Se il destinatario, ad esempio, fosse stato un professore di italiano, come avrebbe reagito?).

(prof. Pisani)


teoria - pag.1

Comunicare (dal latino communis, "che appartiene a tutti") significa "mettere qualcosa in comune con gli altri". Lo scopo della comunicazione infatti è trasmettere e ricevere informazioni di vario genere.

Ogni atto comunicativo presuppone la presenza e l'interazione di alcuni elementi essenziali:

Contesto

l' "ambiente" significativo all'interno del quale si situa l'atto comunicativo

Emittente

chi avvia la comunicazione attraverso un messaggio

Referente

l'oggetto della comunicazione, ciò a cui si riferisce il messaggio

Ricevente o Destinatario

chi accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende

    

Messaggio

ciò che si comunica e il modo in cui lo si fa

Canale

il mezzo di propagazione fisica del codice come un foglio di carta, le onde sonore o elettromagnetiche, la linea telefonica, i bit elettronici

Codice

parola parlata o scritta, immagine, tono impiegato per "formare" il messaggio

(prof. Pisani)


esercizi - pag.1

Esercizio n. 1

Nel film "Totò Peppino e la malafemmina" Peppino De Filippo e Totó sono impegnati nella stesura di una lettera indirizzata alla presunta malafemmina, ovvero alla soubrette di teatro che il nipote ha conosciuto a Milano e di cui è diventato il fidanzato. In realtá, il film puó essere interpretato come una versione rinnovata della tradizionale satira del villano, quella che ci riporta a un ricchissimo filone della letteratura comica quattro-cinquecentesca.

Osserva  il testo della lettera e rispondi alle seguenti domande:

  1. Quali sono, secondo te, le caratteristiche linguistiche di questo brano?
  2. A quale varietà dell'italiano appartengono?
  3. In cosa consiste la comicità della lettera?
  4. Quali sono le principali digressioni, scorrettezze, sgrammaticature, rispetto allo standard grafico, grammaticale, lessicale e testuale del testo epistolare che riscontri nella lettera?
  5. In quali espressioni lingusitiche viene violata la regola dell'accordo?
  6. Secondo te, esiste una differenza di registro tra testo scritto e testo parlato? (quella che riguarda cioè il livello diamesico della lingua?).
  7. Come viene rivoluzionata la punteggiatura?
  8. É giusto, secondo te, separare il soggetto dal verbo con il punto e virgola? ("settecento mila lire; noi ci fanno")
  9. Qual è l'espressione che potremmo considerare vicina al burocratese?
  10. E la citazione latina "melius abundare" come diventa in Totò?

Totó, in anticipo sui linguisti, intuisce la forza e la vitalità delle "scritture illetterate" e porta tutto ciò sulla scena con grande efficacia rappresentativa. Usa, tra l'altro, il genere più caratteristico delle scritture semicolte, quello epistolare. La gag della lettera diventa così, nelle mani di Totò, uno strumento di elegante e moderna comicità linguistica al punto da essere considerato dai critici un microtrattato di linguistica dell'italiano popolare. 

(prof. Pisani)


esercizi - pag.2

Esercizio n. 2 

Trasforma i seguenti malapropismi nella forma corretta: 

  1. DEVO VEDERE SE IL FILM MI ASPIRA
  2. LE ZUCCHINE MI PIACCIONO TRAFELATE
  3. HO PROPRIO I NERVI A FUOR DI PELLE
  4. AI POSTUMI L'ARDUA SENTENZA!
  5. BEVI PIANO CHE TI VIENE UNA CONGETTURA
  6. SONO ANDATA DAL MEDICO A FARE UN KETCHUP
  7. CONSEGNE A DOMICIDIO
  8. SIAMO OBESI DI LAVORO
  9. OGGI HO ORINATO DASPORTO
  10. IN QUEL TUBO C'E' UNA GROSSA ISTRUZIONE
  11. PRIMA DI CENARE NEL SALONE ABBIAMO FATTO UN APERITIVO NELL'ARTICO
  12. TAPPARE LE ALI
  13. VORREI UNA POMATA PER L'IRPEF
  14. HO UN COMPLETO DI INFERIORITA'
  15. LO DISCUTEREMO IN SEPARATA SEDIA
  16. DA QUESTA FINESTRA C'E' UNA VISTA IMPRENDIBILE
  17. C'ERANO BRANCHI DI NEBBIA COSI' SPESSA CHE NON SI VEDEVA NEPPURE LA MEZZADRIA DELLA STRADA
  18. QUEL RAGAZZO E' SUO PADRE SPIACCICATO
  19. I CAPI DEL CENTROSINISTRA SEGUONO GUARDIGNI LA SITUAZIONE
  20. SARO' BREVE E CIRCONCISO
  • Spiega il significato della parola sbagliata e della parola corretta che deve prendere il suo posto
  • Hai idea sul perchè sia nato o in alcuni casi si sia diffuso ciascuno dei malapropismi che ti abbiamo proposto? Discutine con i compagni e l'insegnante
  • Osserva queste foto e divertiti a cercare altri esempi di malapropismi tratti dalla vita quotidiana
malapropismi
malapropismi

(prof. Pisani)


esercizi - pag.3

Esercizio n. 3

Numerose sono le parole polirematiche (costruzioni a metà strada tra la morfologia e la sintassi es.: giacca a vento, camera a gas) in cui l'elemento sostitutivo, ricercato in base ad una somiglianza fonetica, crea un nuovo composto e il cui senso, rispetto al contesto, è un nonsense.

Individua i seguenti nonsense in Totò e ritrascrivili nella forma corretta.

  1. Sono finito sul banco degli amputati (Totò e Peppino divisi a Berlino, 1962)
  2. Nello spazio non c'è la forza di gravidanza (Totò sulla luna, 1958)
  3. Per la strada per segnalare i chilometri, ci sono le pietre emiliane (Totò Peppino e la banda degli onesti, 19569)
  4. Mi piacciono i romanzi di appendicite (Siamo uomini o caporali, 1955)
  5. I farmacisti vendono il cotone idrofobo (Totò , Vittorio e la dottoressa, 1957)
  6. Porga tante esequie alla sua signora (Totò all'inferno, 1955)
  7. I numeri di telefono li annoto sul tacchino (Siamo uomini o caporali, 1955)
  8. Ogni limite ha la sua pazienza (Totò a colori, 1952)
  9. Lasciatemi in pace, ché ho un capello per diavolo (Il medico dei pazzi, 1954)
  10. Nel deserto c'è un sole, un sole che spacca le sabbie (Totò d'Arabia, 1965)

Esempi tratti da A. Cicalese in Totò linguaggi e maschere del comico. Atti del convegno internazionale di Barcellona 24/26 ottobre 2002 a cura di D. Aronica, G. Frezza, R. Pinto, Roma, Carocci, 2003

(prof. Pisani)


esercizi - pag.4

 Esercizio n. 4 

Da Totò a Checco Zalonechecco zalone
Uno dei comici contemporanei di grande successo tra il pubblico dei giovani e meno giovani è Luca Medici, in arte Checco Zalone. Anche lui, come Totò, fa largo uso di malapropismi che per l'uso e l'alta frequenza nei suoi film si potrebbero definire veri e propri “zalonismi”.
Il termine zalonismo rende, infatti, ancora di più l'idea del ricercato gioco linguistico tendente al volgare adottato nei testi delle sue sceneggiature o delle sue canzoni; basti pensare che, nel dialetto barese, il nome Checco Zalone corrisponde a "che cazzolone" equivalente a "che tamarro", ovvero persona poco stimabile e dai modi rudi e assai discutibili.

  • Individua e correggi gli "zalonismi" riportati di seguito:  
  1. "É inconcepito che non vediate la Puglia" (Cado dalle nubi, 2009)
  2. "Quanta cattiveria dentro questa società
    nel confronto di chi tiene un'altra sessuità" (Cado dalle nubi, 2009)
  3. "Gli uomini sessuali sono gente tali e quali come noi, noi normali" (Cado dalle nubi, 2009)
  4. "E va bene! Vorrà dire che farò... un’eutanazia"! (Sole a catinelle, 2013)
  5. "Non puoi scancellare sei anni d'amore con il photoschock" (Cado dalle nubi, 2009) 

 

  • Conosci altri comici che giocano con la lingua in questo modo? Riporta degli esempi.

Riferimenti bibliografici: M. Romano, Lingua e dialetto nel cinema comico contemporaneo: Checco Zalone e Ficarra e Picone

(prof. Pisani)


esercizi - pag.5

Esercizio n. 5 

Indica un possibile emittente e ricevente 

 

EMITTENTE

RICEVENTE

Prego signora, si accomodi pure.
 
 
Favorisca patente e libretto.
 
 
Ha mai sofferto di emicranie?
 
 
Il soufflè di verdure è stato di suo gradimento?
 
 
In questo edificio i cellulari devono essere spenti
 
 
Vietato calpestare l'erba
 
 

(prof. Pisani)

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