introduzione
⇨ introduzione
testo - pag.1
1. S'i' fosse foco, ardere' il mondo;
2. s'i' fosse vento, lo tempestarei;
3. s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;
4. s'i' fosse Dio, mandereil'en profondo;
5. s'i' fosse papa, serei allor giocondo,
6. ché tutti cristïani embrigarei;
7. s'i' fosse ‘mperator, sa' che farei?
8. a tutti mozzarei lo capo a tondo.
9. S'i' fosse morte, andarei da mio padre;
10. s'i' fosse vita, fuggirei da lui:
11. similemente faria da mi' madre,
12. S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui,
13. torrei le donne giovani e leggiadre:
14. le vecchie e laide lasserei altrui.
PARAFRASI
1. Se io fossi fuoco, brucerei il mondo;
2. se fossi vento, lo devasterei con una tempesta;
3. se fossi acqua, lo annegherei;
4. se fossi Dio, lo farei sprofondare;
5. se fossi il papa, allora sarei allegro,
6. perché metterei nei guai tutti i cristiani;
7. se fossi l'imperatore, sai cosa farei?
8. taglierei la testa a tutti quelli che mi stanno intorno.
9. Se fossi la morte, andrei da mio padre;
10. se fossi la vita, non starei insieme a lui:
11. lo stesso farei con mia madre.
12. Se fossi Cecco, come in effetti sono e sono sempre stato,
13. prenderei le donne giovani e belle
14. e le vecchie e le brutte le lascerei agli altri
Cecco Angiolieri, S'i fossi foco
Il sonetto ha avuto una trasposizione musicale ad opera del cantautore genovese Fabrizio De André, nell'album Volume III del 1968.
(prof. Pisani)
lessico - pag.1
Figure retoriche
Anafora: s'i' fosse…(vv. 1-5, 7, 9, 10, 12)
Parallelismo: s'i' fosse + condizionale (vv. 1-5, 7, 9, 10 )
Iperboli: le due quartine e la prima terzina sono tutte fondate su iperboli
Antitesi: morte e vita (vv. 9-10); giovani e leggiadre (v. 13) vecchie e laide (v. 13) fuoco – acqua – vento;
Climax discendente: Dio (vv. 1-4)-papa –'mperator (vv. 5 e 7); padre – madre (vv. 9 e 11)- Cecco (v. 12)
Chiasmo: torrei le donne giovani e leggiadre:/ le vecchie e laide lasserei altrui (vv. 13-14)
(prof. Pisani)
guida - pag.1
L'attività si pone i seguenti obiettivi:
- Riflettere sul rapporto che intercorre tra musica e poesia
- Analizzare un sonetto della tradizione letteraria cogliendo spunti per una riflessione sulla contemporaneità
- Si propone l'ascolto della canzone di F. De Andrè, cantautore genovese, che nel 1968 mette in musica il celebre sonetto di Cecco Angiolieri, poeta senese, contemporaneo di Dante.
- Si procede con la lettura del sonetto e si riflette insieme da un lato, sullo stretto legame che unisce la musica alla poesia e dall'altro, sul valore simbolico di un tempo che vive radicali trasformazioni sociali, economiche, politiche e culturali con domande del tipo: "Conoscete il cantautore genovese? Avete informazioni sul clima culturale in cui è cresciuto?" I sette secoli di storia che separano il cantautore genovese dal poeta medievale non hanno impedito che tra i due si instaurasse una evidente affinità: entrambi sono spiriti ribelli, desiderosi di abbattere gli schemi precostituiti e i rapporti convenzionali, simbolo di una forza distruttiva che è, contemporaneamente, anche il suo contrario cioè impeto vitale, sete di libertà e di vita (attività di elicitazione)
- Per stimolare ad una comprensione gobale del sonetto si invitano gli studenti a una riflessione sulla corrente letteraria diffusa negli anni in cui opera lo scrittore con domande del tipo:- "Hai mai sentito parlare del Dolce Stil Novo? Quali sono i rappresentanti più importanti di questa corrente letteraria? In cosa, secondo te, Cecco Angiolieri si contrappone all'eleganza eterea ed astratta della poesia dello Stilnovo? Di quale espediente letterario si serve per rovesciare i suoi valori?"
- Si conclude l'attività con le espansioni, ovvero ulteriori spunti di lavoro da proporre in classe.
- Si propone una riflessione sulla relazione che intercorre tra musica e parola con domande del tipo: "Sei ancora convinto che la ribellione o lo spirito di contestazione dei giovani appartengano solo al nostro tempo e che solo certi generi musicali come ad esempio il rock o il metal possano esprimerla bene? Secondo te, l'ossessione distruttiva di Angiolieri a quale esigenza risponde? Avevi mai pensato che il sonetto potesse offrire spunti tematici diversi da quello a cui siamo soliti pensare, cioè all'amore? Anche tu trovi nella musica uno spazio per esprimerti e ribellarti a certe convenzioni imposte dalla società? Se ti sei mai cimentato nella scrittura di un testo musicale condividilo con i tuoi compagni".
- Fai una ricerca sul Canzoniere di Cecco Angiolieri e porta in classe almeno un altro sonetto che ti ha particolarmente colpito. Scegli tra rime giocose o gogliardiche, sentenziose o proverbiali come questa che hai letto o invettive paterne.
(prof. Pisani)
teoria - pag.1
Un po' di storia...
Il rapporto tra poesia e musica è molto antico: attraversa tutta la storia della poesia occidentale, araba, indiana, cinese e giapponese. La poesia è avvolta nel mito, la sua nascita si fa risalire a Orfeo, musico greco, rappresentato con la lira nell'atto di suonare incantando uomini, animali e persino elementi naturali. Sin dall'antica Grecia, infatti, gli aedi narrano le imprese degli dei e degli eroi accompagnandosi con strumenti a fiato o a corda.
I primi componimenti dei poeti medievali italiani nascono con una veste musicale sul modello della cansò provenzale e Dante stesso – secondo una testimonianza di Boccaccio – "sommamente si dilettò in suoni e canti nella sua giovinezza". Alcune sue composizioni sono musicate da amici e collaboratori (uno di essi, Casella, viene ricordato da Dante nel Purgatorio). Dante si comporta a volte come un moderno paroliere: sceglie alcuni componimenti più "orecchiabili" e li affida ai suoi collaboratori perché vi adattattino una linea melodica.
Altra forma poetica legata al canto e alla musica è la ballata, componimento di contenuto religioso dedicato al canto e alla danza.
Con la nascita del libro a stampa (1455), il distacco fra poesia e musica si accentua: la poesia scritta e stampata si rivolge a un pubblico di lettori piuttosto che di ascoltatori, capaci di apprezzare la raffinatezza delle parole e l'importanza degli argomenti trattati; ciò determina una maggiore cura formale della parte scritta.
Dal Seicento fino a tutto il Novecento un legame importante fra testo letterario e musica si stabilisce con l'opera lirica o melodramma che realizza una perfetta fusione fra musica, canto e parola assumendo una forma letteraria in versi nel libretto.
Attualmente esiste un rapporto privilegiato tra canzone d'autore e letteratura dal momento che molti autori di canzoni "colte" si sono ispirati ad opere di narrativa e poesia.
(prof. Pisani)
esercizi - pag.1
Esercizio n. 1
Dante Alighieri, come Cecco Angiolieri, scrive sonetti in lingua volgare, cioè la lingua del popolo, contrapposta al latino, la lingua colta, parlata nelle Università e usata dai poeti per argomenti più seri.
Riordina il celebre sonetto di Dante le cui strofe sono riportate in ordine casuale e rifletti sulle caratteristiche del componimento.
TESTO
e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza alcore,
che ‘ntender non la può chi no la prova.
PARAFRASI
Ella procede sentendosi lodare, rivestita di umiltà, espressione di benevolenza, e pare sia una creatura
scesa dal cielo sulla terra per mostrare la potenza divina
La mia donna si mostra tanto nobile e onesta quando saluta la gente tanto che tutti
fanno silenzio e gli occhi non osano guardarla.
sembra che dal suo volto emani un soave sentimento che dice all'anima: Sospira.
Si mostra talmente bella a chi la guarda che infonde tramite gli occhi una dolcezza al cuore che può
capire solo chi la sperimenta direttamente
Il sonetto ha una struttura fissa. In cosa consiste?
(prof. Pisani)
esercizi - pag.2
Esercizio n. 2
Nella tradizione italiana i versi prendono il nome dal numero delle sillabe.
Quante sillabe hanno questi versi?
- decasillabo
- ottonario
- novenario
- endecasillabo
- quinario
- settenario
I versi del sonetto di Dante sono degli __________________
(prof. Pisani)
esercizi - pag.3
Esercizio n. 3
Leggi il sonetto di Rustico Filippi (o Rustico di Filippo), poeta fiorentino duecentesco, esponente della poesia comico-burlesca e contemporaneo di Cecco Agiolieri, e rispondi alle domande di seguito riportate.
Il testo parafrasato ti aiuterà per la comprensione.
TESTO
Dovunque vai conteco porti il cesso,
oi buggeressa vecchia puzzolente,
che quale-unque persona ti sta presso
si tura il naso e fugge inmantenente.
Li dent'i le gengìe tue ménar gresso,
ché li taseva l'alito putente;
le selle paion legna d'alcipresso
inver' lo tuo fragor, tant'è repente.
Ch'e' par che s'apran mille monimenta
quand'apri il ceffo: perché non ti spolpe
o ti rinchiude, sì ch'om non ti senta?
Però che tutto 'l mondo ti paventa
in corpo credo figlinti le volpe,
ta lezzo n'esce fuor, sozza giomenta
PARAFRASI
Ovunque tu vada, porti con te la tua puzza (cesso/latrina puzzolente è metonimico) o vecchia puzzolente (sporca
buggeressa), al punto che chiunque ti sia vicino si tappa il naso e scappa via subito.
I tuoi denti e le gengive producono tartaro (menar gresso), perchè li intasa l'alito pesante; le selle dei
cavalli sembrano profumate di cipresso, se confrontate col tuo lezzo, che è così immediato.
Infatti è evidente che si schiudano moltissime tombe (monimenta) quando apri la bocca: perchè non ti
scuoi o ti rinserri in casa, così che non ti si senta?
Giacché tutti ti temono, credo che nel tuo corpo si riproducano le volpi tanto afrore ne emana, zozza
vacca.
*afròre: odore acre, sgradevole.
- Come viene concepita la donna dal poeta? (in questo caso la donna vecchia)
- In cosa si contrappone la rappresentazione della donna rispetto alla lirica cortese e quindi a Dante?
(prof. Pisani)
esercizi - pag.4
Esercizio. 4 (Completamento)
Completa lo schema seguente
- La concezione dell'amore
- La visione della donna
- La morale
ANALOGIE
- medesimo contesto socio- culturale
- bagaglio retorico stilistico
raffinatissimo (stile apparentemente colloquiale ma frutto di grande perizia letteraria) - temi comico realistici tanto nell'opera degli stilnovisti come Cavalcanti, Guinizzelli,
quanto in quella dei poeti comici come Cecco Angiolieri e Rustico Filippi.
(prof. Pisani)